La prima emozione la proviamo in volo quando dall’Europa decolliamo con il nuovo Airbus A380 da ottocento posti: il più grande aereo del mondo ci sta portando in Cina.
Due giorni a Pechino , la Grande Muraglia , la Città Proibita ,l’immensa piazza Tienanmen. Bellezze straordinarie circondate da un continuo brulicare di un’ infinita moltitudine umana. Ma l’emozione più grande per noi è il Treno delle Nuvole che in 3850 km raggiunge da Pechino la mitica Lhasa nel cuore del Tibet, il paese delle nevi. 45 ore di viaggio con il panorama che scorre come in un film dai finestrini del nostro vagone letto. La nuova linea ferroviaria è tra le più ardite del mondo, sicuramente la più alta, dopo la prima notte ci svegliamo a 3000 metri ed in breve siamo a 4000 fino a superare i 5000 metri di quota con i vagoni alimentati d’ossigeno!
Dopo aver superato laghi di blu cobalto,steppe infinite punteggiate dalla vita di carovane nomadi e mandrie di yak al cospetto delle più alte montagne della terra il treno improvvisamente scende a quota 3700 nella grande vallata di Lhasa dove su tutto troneggia il gigantesco Potala, il palazzo della dinastia dei Dalai Lama. Più di 1000 stanze si innalzano su 13 piani una straordinaria visione incantata nel terso cielo Tibetano.
A Lhasa noleggiamo una vecchia ma solida Toyota Land Cruiser e riprendiamo il nostro viaggio: destinazione Everest Base Camp metri 5.250!! Il viaggio automobilistico è tra i più belli ed emozionanti del mondo. Fino a Tingri seguiamo la strada dell’amicizia che arriva da Shanghai e con uno sviluppo di 5.380 km attraversando mezza Cina e tutto l’altopiano Tibetano fino alla frontiera Nepalese . Sicuramente gli ultimi 1000 che uniscono Lhasa a Katmandu regale capitale nepalese sono i più impressionanti . Per raggiungere Tingri solitari e antico ,villaggio a 4400 metri d altezza accovacciato ai piedi delle più alte montagne del nostro pianeta . Abbiamo valicato passi sviluppati da una infinita di tornanti a più volte fino a 5000 m . Laghi turchesi , montagne abbaglianti e castelli di ghiaccio svettanti in un cielo immenso . Soste d’obbligo al monastero di Gyangze sempre sopra i 4000 metri e il successivo di Xigaze prima capitale del Tibet . Descrivere l’arte raccolta nei numerosi monasteri disseminati sul nostro sempre più avventuroso viaggio è facile , difficile è trasmettere lo stato d’animo confuso tra mistica solennità e bellezza in esilio dal resto del mondo.
Raggiunta Tingri ,lasciamo la strada dell’amicizia fin qui sempre rigorosamente asfaltata ,al km 5000 e prendiamo la sterrata che porta all EVEREST!! del quale scorgiamo già la sua gigantesca vetta sospesa nello spazio a 8848 metri. Improvvisamente la pista è incerta anche se la direzione è sicura , isolati e minuscoli villaggi in rivolta con le leggi della natura sopravvivono qui all’aria rarefatta dei 5000 metri ed ai rigori di un aspro territorio perennemente spazzato dai venti. Unico sostentamento gli Yak che pascolano a loro agio in questo loro estremo habitat naturale . I tratti di fuoristrada si collegano a nuovi tratti in costruzione, con dei cantieri simili a basi lunari, impegnati in una missione titanica , mantenere la strada fino al Campo Base nord del tetto del mondo .
Ancora un tornante ed eccoci al monastero di Rongbuk a 5150 metri ,il più alto del Tibet, storico punto d’appoggio dei primi tentativi alla conquista dell’Everest che improvvisamente emerge in tutta la sua grandezza ai nostri occhi . Emozione ma anche commozione di fronte a tanta potente bellezza di madre natura. Ancora 8 km e siamo al Campo Base ,metri 5250 , oggi alla fine di ottobre con l’incipiente inverno è tutto deserto . Nel male e nel bene la solennità di questo luogo fino a pochi decenni fa trai i più isolati del nostro pianeta la abbiamo raggiunta senza fatica e possiamo contare nell’appoggio di un Motel Tibetano . Ancora spartano ma già efficiente nel servire vitto e alloggio a più di 5000 metri al viandante moderno che se anche a bordo di moderni fuoristrada si emoziona al cospetto dell’ immutata solenne maestosità dell’Everest .
Dopo il tramonto ed una notte chiusi nel tepore dei nostri sacchi piuma l’alba ci sveglia radiosa foriera di vita e bellezza , immediata con i nuovi selvaggi e giganteschi panorami che ci stanno riportando sulla strada dell’amicizia verso il confine Nepalese. Ma prima di raggiungerlo passiamo costeggiamo il Cho Oyo altro gigante Himalaiano che si innalza a 8200metri e infine raggiungiamo l’isolato capo base del Shisapangma 8012m il più piccolo degli ottomila della terra e l’unico completamente in territorio Cinese. Qui siamo soli persi tra bellezze paralizzanti , luci ammaglianti e orizzonti che ci portano in alto, sulle ali del cielo .
La frontiera è a soli 2000 metri d’ altezza, la strada dall’ultimo passo a 5150 metri è scesa in picchiata l’asciando alle spalle l’infinito desertico altipiano Tibetano per tuffarsi nella nella rigogliosa vegetazione subtropicale nepalese .
Qui si cambia macchina un’ altra Toyota ci aspetta per proseguire il nostro viaggio e raggiungere la caotica bellezza di Katmandu . Ma l’avventura non è finita , la strada con il prolungamento del monsone è franata spazzando con sé un villaggio di 55 abitazioni provocando la morte sembra di 300 persone . La visione è apocalittica , la nuova pista tagliata sulla gigantesca frana è paurosa, la guida richiede perizia e prudenza assoluta.
Arriviamo infine a Katmandu , il capolinea di questo nostro viaggio che da Pechino ci ha portati qui attraverso l’immenso altipiano tibetano ed i giganti della terra per 5500 km meravigliosamente sulle ali del cielo.
Rivivete con noi le nostre emozioni con il video del nostro viaggio:
Per ripetere la nostra avventura: L’agenzia Tibet Discovery ci ha aiutato in ogni aspetto logistico e la consigliamo vivamente per ripercorrere, anche in parte, il nostro itinerario.